Fedal, SinnerMania e NoleFam: come i fandom hanno cambiato il tennis – Beat and Love n. 4
Uno sport considerato storicamente d’élite è diventato oggi estremamente popolare, anche grazie alle dinamiche digitali. Un’indagine
Il tennis è uno sport considerato storicamente d’élite, anche se nel corso del Novecento è diventato una forma d’intrattenimento di massa grazie a tennisti come Björn Borg, Andre Agassi, John McEnroe, Martina Navratilova, le sorelle Williams e molti altri. Negli ultimi anni, almeno dal 2015 in poi, è lo sport che ha visto crescere a dismisura i fandom online, in pieno stile K-pop. Il fenomeno fandom, di solito, si verifica in ambiti estremamente popolari, come la musica pop, per esempio. Tra gli sport, il regno delle grandi tifoserie è il calcio, coi tifosi che finiscono per avere una forte connotazione identitaria con la propria squadra del cuore. Nell’ultimo decennio, abbiamo assistito allo straripamento del fenomeno fandom anche in molti altri ambiti, grazie alla spinta data da una maggiore pervasività dei social media; in politica, per fare un altro esempio, è l’elemento che ha fortemente influenzato il successo di Donald Trump alle elezioni presidenziali americane. Tuttavia, non tutti i settori sono investiti dal fenomeno. Una delle condizioni principali affinché il fandom si formi è l’irruzione sulla scena di un personaggio forte, carismatico, calato all’interno di uno storytelling appassionante, in grado di polarizzare e catalizzare l’attenzione e le energie di chi fa il tifo online (ed ecco che, mentre scrivo, improvvisamente appare lo spilungone altoatesino circonfuso da una luce color arancio-carota). Ovviamente, sto parlando di Jannik Sinner, la Taylor Swift del tennis. Prima di arrivarci, però, bisogna fare un salto indietro nel tempo, quando tra il 2015 e il 2020 l’hashtag #Fedal inizia a scalare i trending topic di Twitter (oggi diremmo su X).
Fedal è una sorta di fusione dragonballiana tra Federer e Nadal. La pratica di fondere insieme due nomi è tipica dei fandom, appunto, in cui le fan fantasticano (e scrivono fanfiction) su rapporti romantici tra due personaggi di un film, o di una serie TV o dentro un gruppo K-pop. Tali personaggi vengono shippati (parola mutuata da relationship), cioè accoppiati coattivamente, anche se nella realtà tra loro non esiste nessuna vera relazione sentimentale. Quando si shippano due personaggi maschili, si parla di bromance (crasi tra brothers e romance; sì, è tutta una crasi): intorno alle ship, e in particolare modo intorno a quelle bromance, molto spesso si formano dei fandom specifici, e nel 2015 quello dei Fedal era lì che scalava i trending topic di Twitter (questo è il momento del pezzo in cui sento di dovermi scusare per il troppo utilizzo di terminologia inglese). Sottolineo che esistevano già i due fandom separati di Federer e di Nadal anche prima del 2015, ed erano in aperto scontro, ma la loro “forza virale” era minore rispetto all’accoppiata Fedal. Dal 2015 in poi, sia il fandom che il termine Fedal, avevano raggiunto una potenza tale da entrare nei trend, e quindi nell’immaginario collettivo online. A quel punto, anche le testate giornalistiche importanti usavano Fedal per riferirsi ai match tra i due. Il bromance dei Fedal è stato raccontato e sviscerato per anni dai fan sulle varie piattaforme (Twitter, Reddit, Facebook, ecc.); nel 2017 viene creato un subreddit ad hoc, la cui descrizione filologicamente recita:
Siamo il subreddit Fedal (Roger Federer & Rafael Nadal).
Loro sono i due migliori tennisti maschili della storia e qui discutiamo di tutto ciò che li riguarda.
Li “shippiamo” anche. Se non sai cosa significa shipping, dovresti cercarlo su Google.
Odiare loro o chi li “shippa” è severamente vietato qui.
C’è da dire che, il rapporto tra i due grandi tennisti anche nella realtà è stato intenso, un perenne oscillare tra rivalità e amicizia, con tutto un contorno di savoir faire nello sport, abbracci e lacrime. L’apice del bromance Fedal coincide col ritiro di Federer nel settembre 2022, durante la Laver Cup a Londra, in cui giocano un ultimo doppio insieme (“Rivals become Teammates”, recita furbamente il manifesto dell’evento). Finisce con i due campioni in lacrime mentre si stringono la mano, con tanto di Ellie Goulding che in sottofondo canta “Still falling for you”: Twitter impazzisce, su TikTok i video di questo melodramma tennistico diventano viralissimi, tutti nei (milioni di) commenti sono concordi nel dire che è “uno dei momenti sportivi più emozionanti di sempre”. Compaiono sullo sfondo due tennisti, Matteo Berrettini e Novak Djokovic, ai quali Federer stringerà la mano: passaggio di consegne metaforico verso altri due protagonisti destinati a scrivere la storia dei fandom nel tennis.
Matteo Berrettini inizia la sua scalata della popolarità nel 2019, raggiungendo il culmine nel 2021, parallelamente ai suoi successi tennistici che, in qualche modo, spianano la strada al recepimento di Jannik Sinner online. Berrettini è il primo italiano a raggiungere la semifinale in un torneo dello Slam sul cemento (US Open 2019), nonché il primo in assoluto ad arrivare in finale a Wimbledon, nel 2021. Soprattutto, Matteo Berrettini è bello, e online immediatamente si forma una community di fan che prenderà il nome di Berrettiners (sulla falsariga delle Beliebers, fan di Justin Bieber). Le Berrettiners inventano la “scala Berrettini”, una sorta di fantasioso “sistema metrico” che serve a calcolare l’avvenenza degli uomini. In pratica, Matteo Berrettini sarebbe talmente bello da essere considerato il punto di riferimento di questa metrica per la valutazione della bellezza maschile. Da notare che, se nel tennis si forma la community delle Berrettiners, nella politica italiana succede la stessa cosa intorno all’allora premier Giuseppe Conte, con la community delle “Bimbe di Giuseppe Conte”, attratte soprattutto dal fascino old style del politico pentastellato. L’apice viene raggiunto nel 2022, quando Matteo Berrettini diventa brand ambassador di Hugo Boss: il suo viso da semi-dio italico campeggia su mega-cartelloni pubblicitari affissi nei luoghi chiave delle grandi città. A certificare il fatto che i tennisti sono i nuovi calciatori, Berrettini nel 2023 si fidanza con Melissa Satta, mentre affronta una serie di infortuni e di inevitabile calo dei risultati sportivi, e la concomitanza tra le due cose ha provocato mesi di critiche online.
Finora ci siamo innamorati insieme alle Berrettiners ed emozionati con i Fedal, fandom tutto sommato guidati da buone intenzioni ed educazione, riflettendo la personalità dei loro rispettivi idoli. Nel frattempo, cresceva con implacabilità la community considerata la più tossica tra tutte: quella di Novak Djokovic, ossia la temibilissima NoleFam (crasi tra Nole, uno dei nomignoli del tennista, e family). Gli utenti che ne fanno parte si riconoscono perché utilizzano l’emoji del lupo, del coccodrillo e di una corona vicino al loro nickname (tutti riconducibili alla personalità del loro idolo). Fin dall’inizio della sua carriera, Djokovic ha incarnato l’archetipo dell’antieroe, e non a caso è soprannominato Joker, o meglio, Djoker. Alto, implacabile e col sorriso sardonico, dal 2011 in poi si impone tra i più forti tennisti di sempre, affiancando Federer e Nadal, ma il pubblico e i media l’hanno accolto freddamente, continuando la celebrazione delle gesta epico-sentimentali degli altri due. Questo deve aver provocato una certa frustrazione sia nel tennista sia nel suo fandom, che nel corso del tempo si evolvono quasi in simbiosi: Djokovic prova “un’operazione simpatia” tentando una ship col suo amico Murray (fallendo ai tempi, anche se oggi, dopo essersi ritirato, Murray è il suo coach); continua a vincere ma anche a sentirsi sottostimato, ignorato dalla massa di pubblico, in fondo si percepisce “contro il sistema” (pure se è invitato da Fazio almeno una volta all’anno, complice il fatto di parlare un buon italiano). La vittoria nel 2019 di Djokovic contro Federer in finale a Wimbledon fa esplodere una stan war (dicesi “stan war”, una guerra online molto accesa tra fandom rivali particolarmente militanti e agguerriti) tra i NoleFam e i Fedal, e per la prima volta sono i NoleFam a prendere il sopravvento: anche stavolta, è come se la vittoria in campo del tennista si accompagnasse alla vittoria online del fandom. Durante la pandemia, i fan del tennis fuoriescono definitivamente dalla loro nicchia, e prende forma un intero ecosistema online chiamato “Stan Tennis”, composto da tanti reami-fandom. Il fandom più grande e internazionale è proprio quello di Djokovic, con presenza in Serbia, India, Brasile, Italia e paesi dell’Est europeo. Ma proprio durante la pandemia, il fandom di Djokovic subisce una forte scissione interna a causa delle posizioni antivacciniste del tennista: per alcuni è la conferma che Djokovic è un coraggioso eroe “anti-sistema”; per altri è invece una delusione e smettono di tifare per lui (altri rimarranno neutrali, sostenendo che la persona e lo sportivo sono due cose diverse). La medaglia d’oro alle Olimpiadi di Parigi dovrebbe incoronarlo come GOAT ufficiale del tennis, ma ancora una volta pubblico e media sembrano concentrati su altro, perché nello stesso anno esplode definitivamente la nuova stella del tennis mondiale: l’italiano Jannik Sinner.
Di Jannik Sinner c’è da dire che, ad oggi, ci sono più saggi che ne analizzano il fenomeno sportivo, che coppe e tornei vinti (benché abbia comunque vinto tantissimo in poco tempo, oltre a essere diventato il primo italiano in testa nella classifica ATP). L’innamoramento pubblico nei suoi confronti è stato rapido, immediato; in pochissimo tempo è arrivato a un livello di popolarità di solito riservata solo alle grandissime popstar o ai calciatori come Cristiano Ronaldo. Dicono gli esperti del tennis che Sinner è, per certi versi, molto simile a Djokovic in campo, per struttura fisica, per elasticità nei movimenti, ma soprattutto per la capacità di concentrazione, di focalizzazione dell’obiettivo e di imporsi nello scambio nel punto più importante del game o del set. In un’intervista al Corriere della Sera, Riccardo Piatti, il coach con il quale è cresciuto, e che ha allenato anche Djokovic per qualche anno, ha dichiarato che glielo ricordava molto: “Un’arroganza agonistica rasente la cattiveria”. La percezione collettiva di Sinner, però, è quella di un ragazzo umile ma determinato, ligio ai suoi doveri, con un grandissimo talento ma educato (sottinteso collettivo: non come i giovani d’oggi che sembrano non avere scopi nella vita se non fare lo youtuber o il trapper), rispettoso della famiglia e delle sue origini altoatesine. Insomma, il pubblico lo adora e online si forma una fanbase enorme che, fin da subito, si pone come scopo quello di supportare e difendere la giovane promessa, a ogni costo, soprattutto contro la NoleFam che infatti fa di Sinner ufficialmente il suo arci-nemico. Da sottolineare che Sinner ha una fanbase costituita da un variegato ecosistema di fandom: il più noto è sicuramente quello dei Carota Boys, nato da un gruppo di amici che si presentano vestiti da carote ai tornei in cui gioca Sinner (questo perché una volta l’hanno visto mangiare delle carote). I Carota Boys online si riconoscono perché usano l’emoji della carota vicino al loro nome utente; commentano le vicende tennistiche soprattutto nel gruppo Facebook Carotaboys Fans che conta più di 53 mila membri. Il fandom più grande, in realtà, è quello dei Sinneristi, sparsi per gli altri social network, soprattutto X: si riconoscono perché mettono vicino al loro nome utente l’emoji della volpe. Anche in contrapposizione al lupo djokoviciano, la “volpe” è diventata il simbolo di Sinner, ufficializzato grazie alla partnership con Nike che infatti ha creato il logo apposta per lui.
Un sinnerista (noto su X come DDN10) mi ha raccontato che “Jannik non sembra troppo gradire l’associazione con la carota”. I Carota Boys hanno fatto del loro essere tifosi di Sinner una professione e un guadagno, dunque i fan veri e propri preferiscono non essere associati con quel fandom, mi racconta sempre DDN10. Gli chiedo anche com’è entrato a far parte di un fandom dedicato al tennis: “Non c’è un modo preciso per entrare a far parte di un fandom. Ho cominciato a scrivere di Sinner e le persone hanno cominciato a seguirmi, esattamente come io ho fatto con altri. La vicenda che ha riguardato la sua positività a una sostanza proibita ha probabilmente accelerato queste reciproche interazioni. Personalmente cerco di combattere la disinformazione che ruota attorno a tutta questa storia”. Un’altra fan mi spiega, invece, di un grosso “drama” tra fandom: cioè quando i NoleFam (che per un breve momento avevano cercato un’alleanza con i Sinneristi, per contrastare gli Alcarazers, i fan dello spagnolo Alcaraz, grande rivale, ma anche amico personale di Sinner: i match tra loro stanno già diventando degli eventi, e la bromance è nell’aria, diventerà il nuovo Fedal?) si sono schierati con il tennista australiano Nick Kyrgios, storicamente un badboy, che “ce l’ha a morte con Sinner perché gli ha fregato la fidanzata” (che sarebbe la tennista Anna Kalinskaya). “Adoro questa storia!”, mi dice, e devo dire anch’io inizio ad apprezzare questi grandi melodrammi tennistici. Le dinamiche digitali sono arrivate negli ambiti più inaspettati, anche nel tennis, che finora era tra gli sport più d’élite.
Mio figlio l’altro giorno è venuto da me dicendo che forse da grande non voleva fare più lo youtuber, ma voleva iniziare a giocare a tennis, “come Sinner”.
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Da appassionata di F1 anche lì c'è materiale interessante tra fandom e ship XD
Ciao Laura, bellissimo Articolo. Ti vorrei segnalare che, cliccando sul link che hai segnalato, anche i protagonisti di mare fuori (specialmente il comandante) superano la scala berrettini di figaggine. Bellissimo