La società contemporanea si illude di essere secolarizzata ma sta replicando dinamiche religiose, con il consumismo al posto della spiritualità, e la pop culture come rielaborazione dei testi sacri
Molto molto interessante. Ora lo posto su LinkedIn, voglio vedere quanti Luke prende, e se supera quella paraculata che ho scritto un mese fa sul potere del networking (Cristio pieta signore pietà cristo pietà)
Purtroppo 0 like (in genere quei pochi post che ho messo in precedenza hanno una media di 30 like). C'è da dire che l'ho messo verso le 22.00 (postato con garbo anche io eh 😀). Che mondo
Allora, la figura del boomer richiederebbe un'analisi a sé stante. Ma nel caso di questo articolo, mi riferivo soprattutto a una figura aziendale nota, cioè di 50-60 e oltre, senza laurea, zero conoscenza dinamiche social (il tipo di persona che si fida del nipote ma non si fida di un social media analyst che gli presenta un report di 50 pagine), entrato in azienda in maniera rocambolesca e in tempi non di crisi economica. L'unica cosa che ha imparato è l'arte del controllo e della manipolazione.
Non credo di essere un boomer perché sono nato nel 1972 e per quel che ne so dovrebbero essere quelli di almeno una generazione precedente la mia. Con la quale sono cresciuto, avendo tutti cugini più grandi di me, dai quali ho mutuato gusti musicali, estetici, ecc.
Probabilmente sarei un boomer nato in ritardo. Ma non è questo il punto.
La mia analisi parte da un'altra fenomenologia: quella dei post (tipici dei boomer, ma anche della mia generazione, purtroppo) su quanto è stata figa la nostra infanzia, quanto siamo stati ganzi noi a divertirci con poco, ecc. Tutta quella retorica là.
Poi però mi faccio anche due ragionamenti spiccioli e facili facili.
Il mondo distopico che il boomer rinfaccia alle nuove generazioni, anche col pessimo gusto di sfotterle, non è stato creato dalle nuove generazioni: se lo sono già trovato quando sono nati. E se quando sono nati i boomer non esisteva mentre con le nuove generazioni sì, la verità è piuttosto elementare ed evidente: quel mondo è stato creato proprio dai boomer. Se non con la loro partecipazione attiva, quantomeno con la complicità della loro ignavia, che non ha saputo (o voluto?) porvi un freno.
So di attirarmi un odio incalcolabile per quello che sto per scrivere, ma al netto delle dovute eccezioni (non è mai giusto generalizzare, ma frequentando spesso per lavoro, mio malgrado, i social network, questo è quello che ho notato) i boomer hanno spesso queste caratteristiche:
- sono la generazione che è scesa in piazza a gridare che voleva cambiare il mondo. Peccato che poi sia stato il mondo a cambiare loro;
- indipendentemente dalle loro capacità tecniche e dialettiche, quando non sono capaci di dimostrarsi migliori degli altri con quello che fanno, l'unico mezzo che hanno è quello degli odiatori seriali: infamare a tappeto con le ragioni più assurde e inconsistenti chi sa fare meglio di loro;
- qualsiasi sia il tipo di problema che è sul tavolino, loro non c'entrano mai nulla: la colpa è sempre di altri o altro da sé: la politica, il governo, il destino cinico e baro, fino ad abbandonarsi alle teorie complottistiche più fantasiose, dimenticando che se c'è qualcuno che li vuole raggirare è perché c'è sempre qualcuno così stupido da credergli, a cominciare da loro. Non sanno mai (o quasi mai) trovare una soluzione al problema, ma sono bravissimi a trovare qualcuno a cui darne la colpa (e ovviamente non sono mai loro) per lavarsene le mani.
Da informatico sono abituato a valutare la bontà di dati e processi dai risultati che restituiscono alla fine. Ebbene, se questo è quanto è stato prodotto da "La meglio gioventù", il mio sospetto (discutibile, per carità) è che non sia stata poi così "meglio" come ce la vogliono vendere...
Questa gente, dopo aver reso il mondo un letamaio, sfotte persino le nuove generazioni che non potranno avere mai un mondo così bello come quello che hanno avuto loro.
Chissà per colpa di chi...
Ora infamatemi pure: la verità - come cantava un indiscusso idolo dei boomer - fa male, lo so! ^^
Molto molto interessante. Ora lo posto su LinkedIn, voglio vedere quanti Luke prende, e se supera quella paraculata che ho scritto un mese fa sul potere del networking (Cristio pieta signore pietà cristo pietà)
io ho preso 10 like e 30 messaggi privati. comunque l'ho postato con garbo, esiste la libertà di culto 🥲
Purtroppo 0 like (in genere quei pochi post che ho messo in precedenza hanno una media di 30 like). C'è da dire che l'ho messo verso le 22.00 (postato con garbo anche io eh 😀). Che mondo
🥲🥲🥲
Un articolo eccellente: questa settimana l'avrò condiviso almeno 4-5 volte ed ogni volta ne ero più convinto.
Solo una cosa: perché ce l'hai tanto coi "boomer"?
Io una vaga idea, una vaga risposta l'avrei, ma preferirei prima sentire la tua per essere sicuro di non sbagliarmi.
Grazie.
Allora, la figura del boomer richiederebbe un'analisi a sé stante. Ma nel caso di questo articolo, mi riferivo soprattutto a una figura aziendale nota, cioè di 50-60 e oltre, senza laurea, zero conoscenza dinamiche social (il tipo di persona che si fida del nipote ma non si fida di un social media analyst che gli presenta un report di 50 pagine), entrato in azienda in maniera rocambolesca e in tempi non di crisi economica. L'unica cosa che ha imparato è l'arte del controllo e della manipolazione.
OK.
Non credo di essere un boomer perché sono nato nel 1972 e per quel che ne so dovrebbero essere quelli di almeno una generazione precedente la mia. Con la quale sono cresciuto, avendo tutti cugini più grandi di me, dai quali ho mutuato gusti musicali, estetici, ecc.
Probabilmente sarei un boomer nato in ritardo. Ma non è questo il punto.
La mia analisi parte da un'altra fenomenologia: quella dei post (tipici dei boomer, ma anche della mia generazione, purtroppo) su quanto è stata figa la nostra infanzia, quanto siamo stati ganzi noi a divertirci con poco, ecc. Tutta quella retorica là.
Poi però mi faccio anche due ragionamenti spiccioli e facili facili.
Il mondo distopico che il boomer rinfaccia alle nuove generazioni, anche col pessimo gusto di sfotterle, non è stato creato dalle nuove generazioni: se lo sono già trovato quando sono nati. E se quando sono nati i boomer non esisteva mentre con le nuove generazioni sì, la verità è piuttosto elementare ed evidente: quel mondo è stato creato proprio dai boomer. Se non con la loro partecipazione attiva, quantomeno con la complicità della loro ignavia, che non ha saputo (o voluto?) porvi un freno.
So di attirarmi un odio incalcolabile per quello che sto per scrivere, ma al netto delle dovute eccezioni (non è mai giusto generalizzare, ma frequentando spesso per lavoro, mio malgrado, i social network, questo è quello che ho notato) i boomer hanno spesso queste caratteristiche:
- sono la generazione che è scesa in piazza a gridare che voleva cambiare il mondo. Peccato che poi sia stato il mondo a cambiare loro;
- indipendentemente dalle loro capacità tecniche e dialettiche, quando non sono capaci di dimostrarsi migliori degli altri con quello che fanno, l'unico mezzo che hanno è quello degli odiatori seriali: infamare a tappeto con le ragioni più assurde e inconsistenti chi sa fare meglio di loro;
- qualsiasi sia il tipo di problema che è sul tavolino, loro non c'entrano mai nulla: la colpa è sempre di altri o altro da sé: la politica, il governo, il destino cinico e baro, fino ad abbandonarsi alle teorie complottistiche più fantasiose, dimenticando che se c'è qualcuno che li vuole raggirare è perché c'è sempre qualcuno così stupido da credergli, a cominciare da loro. Non sanno mai (o quasi mai) trovare una soluzione al problema, ma sono bravissimi a trovare qualcuno a cui darne la colpa (e ovviamente non sono mai loro) per lavarsene le mani.
Da informatico sono abituato a valutare la bontà di dati e processi dai risultati che restituiscono alla fine. Ebbene, se questo è quanto è stato prodotto da "La meglio gioventù", il mio sospetto (discutibile, per carità) è che non sia stata poi così "meglio" come ce la vogliono vendere...
Questa gente, dopo aver reso il mondo un letamaio, sfotte persino le nuove generazioni che non potranno avere mai un mondo così bello come quello che hanno avuto loro.
Chissà per colpa di chi...
Ora infamatemi pure: la verità - come cantava un indiscusso idolo dei boomer - fa male, lo so! ^^