TESCREAL e la spiritualità della Silicon Valley – Beat and Love n. 11
Dentro il mondo delle tecno-religioni californiane: razionalismo estremo, fede nell’intelligenza artificiale, apocalisse e sogni d’immortalità. Storia dell’acronimo più mistico dell’èra dell’AI
A volte vengo colta nel bel mezzo del cammin di nostra vita a pormi domande tra lo sconveniente e l’inappropriato. Per esempio: come mai Elon Musk ha tutti quei figli e con così tante donne diverse? Gli servono per colonizzare Marte? Quelli che hanno inventato l’AI ce l’avranno un piano? E questo piano prevedeva le figurine Italian Brainrot? Come mai i fratelli Wachowski sono diventate sorelle Wachowski? E in che senso tra i libri più letti al mondo ci sono la Bibbia, il Corano e Harry Potter? Sono tutte domande che mi hanno portata a entrare di mia volontà dentro le famose tane del Bianconiglio di internet (o rabbit hole), correndo tutti i rischi del caso, nella speranza di trovare una teoria del complotto abbastanza fantasiosa da dare un senso a certe cose. Nei rabbit hole si scoprono comunque storie interessanti, a volte si intuiscono le dinamiche sottili che portano le persone a scegliere una visione del mondo, a unirsi a una community, a comportarsi in un certo modo anche nella vita reale. Per spiegare meglio dove finisco quando mi lascio trascinare da questo tipo di domande, devo premettere come visualizzo la tana del Bianconiglio, metafora della rappresentazione mentale dei percorsi tortuosi della curiosità online.
Ho sempre immaginato il primo livello di internet come un posto simile al mondo dei Teletubbies: verdi e dolci colline, abitate da esseri con uno schermo sulla pancia, e cieli di un azzurro un po’ troppo saturato, in perfetto stile salvaschermo di Windows. Mentre si passeggia spensierati in queste lande digitali, può capitare all’improvviso di inciampare e cadere in una di quelle tane lunghe e tortuose, oscure quanto attraenti, che i bianconigli scavano di tanto in tanto; prima o poi online ci finiamo tutti lì dentro, guardiamo che succede e poi ne usciamo, tornando alla luce brillante del Sole-bambino. Può accadere che qualcuno, a volte, si perda e non riesca più a tornare indietro. Si può entrare in un rabbit hole anche volontariamente, ma il rischio di smarrire la retta via resta sempre elevato.
Smarrirsi o perdersi in un posto del genere vuol dire andare a danneggiare il principio di realtà (in psicoanalisi, quel principio che regola la vita psichica dell’adulto, sostituendosi gradualmente al principio di piacere, tipico dell’infanzia), e dunque rimanere intrappolati in mondi di fantasia, dentro infinite storie dove è in agguato il Nulla, o condannati a prendere il tè in eterno con il Cappellaio Matto e la Lepre Marzolina. La percezione della nostra identità personale, così come quella collettiva, rischia di alterarsi in modo irreversibile, e solitamente non in senso positivo. La maggioranza dei rabbit hole, in realtà, sono posti innocui, dove possono anche nascere delle amicizie. Grazie a internet, infatti, non siamo più soli: troviamo intere community pronte ad accoglierci, facendoci sentire compresi e al sicuro, anche quando il principio di realtà è ormai svanito. È in quest’ultimo caso che la dinamica può diventare estremamente pericolosa.
Non sono mai riuscita a trovare una risposta soddisfacente alle domande di cui sopra (mi sono infilata in rabbit hole che erano solo vicoli ciechi), finché una sera, il TG1 delle 20 ha mandato in onda un servizio del tutto inaspettato sulla setta degli Ziziani. Il servizio parlava di “ragazzi accusati di una lunga scia di omicidi”, cioè “di una setta con un leader. Lui, o meglio lei, Jack ‘Ziz’ LaSota, transgender, vegana radicale, tecnoanarchica. Il profeta che ha radunato intorno a sé ricercatori della Silicon Valley, ex dipendenti di Google e NASA, ossessionati dal futuro e dall’intelligenza artificiale, quasi tutti in transizione sessuale”. Il servizio prosegue associando la setta degli Ziziani a quella di Charles Manson: connessione praticamente inevitabile, essendo quest’ultima la più famosa al mondo, quanto non del tutto corretta. Le sette, o meglio, i “gruppi tossici”, possono condividere dinamiche disfunzionali, ma differiscono profondamente per obiettivi, stili di vita e visioni del mondo. Inoltre, non tutti i gruppi chiusi evolvono in forme tossiche: spesso restano semplicemente comunità che si proteggono dall’esterno, senza che i membri vivano particolari disagi. Dunque, chi diamine erano questi Ziziani? E perché io non ne avevo mai sentito parlare, che pure leggo di sette e di internet culture da anni, e qui, davanti agli occhi, avevo di fronte una storia clamorosa che le univa entrambe? La prima spiegazione è semplice: credere di sapere tutto è sempre un errore. La seconda è che, anche negli Stati Uniti, dove erano avvenuti gli omicidi, c’era stata una scarsa copertura mediatica, una certa reticenza nel parlarne, o almeno così sostenevano molti commentatori online, per il semplice fatto che gli Ziziani erano trans, vegani e venivano da ambienti che si dichiaravano essere eticamente rigorosi. Ma di che ambienti si tratta?
Ed è così che mi sono infilata finalmente nel rabbit hole giusto, che mi ha portato direttamente nel mondo delle religioni della Silicon Valley. Un universo che sembra essersi formato e definito online, tra forum, thread infiniti su Reddit, chat di lavoro che prendono una piega strana, blog personali di geek e nerd, vecchi newsgroup semi-abbandonati. Un ecosistema online composto da molteplici community che, però, ha attecchito, trovando terreno fertile, anche nella realtà: dentro le grandi corporation tecnologiche e le startup californiane, nei campus delle università d’élite dove si studiano materie STEM. Tutti luoghi che, nell’immaginario comune, sembrerebbero gli ultimi in cui la spiritualità o la religiosità possano entrare (credere di sapere tutto è sempre un errore). All’ingresso di questa gigantesca multi-tana del Bianconiglio, la immagino come un arco a tutto sesto futurista stile Apple Store, troneggiava la scritta TESCREAL. Un acronimo che raccoglie i più importanti movimenti tecno-religiosi della Silicon Valley e che sta per:
Transumanesimo
Estropianesimo
Singolaritanismo
Cosmismo
Razionalismo
Effective Altruism (o EA)
Lungotermismo (o AI Alignment)
Bisogna considerare che ogni movimento ha le sue subcommunity: alcune più moderate, altre decisamente radicali. È lo stesso meccanismo che si ritrovava nei movimenti religiosi tradizionali, ognuno con le proprie correnti, alcune delle quali venivano considerate vere e proprie eresie (pericolose per se stessi, per gli altri e per la società). In ogni caso, spiegare nel dettaglio ciascuno di questi movimenti sarebbe troppo, persino per questa newsletter: basterà mettere insieme, a grandi linee, i tratti che li accomunano.
Prima di tutto, le tecno-religioni si posizionano agli antipodi delle grandi religioni monoteiste tradizionali, come Cristianesimo, Ebraismo e Islam. Ma alcune chiese americane, evangeliche, pentecostali o mormoni (di difficile catalogazione, e fuori dal cristianesimo storico) sono entrate in contatto con le tecno-religioni, influenzandosi l’una con l’altra. Le TESCREAL attingono, infatti, a una miscela eterogenea di riferimenti spirituali: sono ispirate alla mistica platonica, e per questo possono essere considerate forme moderne di religioni gnostiche. Ma al tempo stesso incorporano tratti secolarizzati del protestantesimo americano (come l’enfasi quasi salvifica sul lavoro e sull’efficienza) e assorbono simboli ed estetiche che spaziano dal neopaganesimo alla new age, fino a suggestioni esoteriche e occultiste (non dimentichiamo che il loro epicentro resta la California).
Quali tratti hanno in comune le TESCREAL?
Fede incondizionata nella tecnologia, che può e anzi deve risolvere tutti i problemi del mondo tra cui le malattie, la povertà, la morte (e spero anche i vocali troppo lunghi).
Estrema fissazione nell’Intelligenza Artificiale, infilata ovunque perché secondo loro ciò permetterà di superare i limiti biologici umani. La singularity è proprio il momento in cui l’AI supererà l’uomo (una specie di soglia mistica) ma prima che ciò avvenga, sempre l’AI andrebbe “allineata”, cioè addestrata a non ucciderci.
Ossessione per l’immortalità o la trascendenza, sempre attraverso la tecnologia o un misto tra tecnologia e pratiche esoteriche che non vengono chiamate così ma con nomi nerd irripetibili. In sostanza, puntano all’upload e al download della mente, all’estensione della vita come si estende la memoria di un computer, o alla colonizzazione dello spazio per evitare l’estinzione della razza umana.
L’Apocalisse: scarica l’app per farti trovare pronto alla fine del mondo, e non ironicamente. Solo che c’è una visione elitista e tecnocratica della faccenda: si salveranno gli eletti, cioè quelli che stanno fabbricando bunker sotterranei nelle loro isole alle Hawaii.
Ma non disperiamo perché c’è Elon Musk che vuole evitare l’estinzione a ogni costo e per questo vorrebbe colonizzare Marte, sperando però che l’AI venga addestrata nel mondo giusto altrimenti ci seguirà ovunque, con la volontà di distruggerci.
Questa lunga immersione teorica ci servirà per affrontare le domande esistenziali da cui tutto è partito e soprattutto per capire chi diamine sono gli Ziziani (spoiler: gli scissionisti eretici del Razionalismo), spuntati dai meandri più oscuri dell’internet spirituale.
La seconda parte di questa indagine sarà pubblicata con il numero di questa newsletter che arriverà lunedì 25 agosto.
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Tutto questo mi inquieta non poco…
Ciao Laura, come mai (e in cosa) si discosterebbe dalla Family di Manson? grazie